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Informazioni
e orari
Dove siamo:
Palazzetto medievale
Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona
Corso Leoniero, 6 (ingresso dal cortile interno)
Tortona (AL)
Orari:
Sabato e Domenica
dalle 15.00 alle 19.00
Chiusura: Natale e Capodanno
Giorni feriali su prenotazione
INGRESSO GRATUITO
Il vostro sostegno
La Pinacoteca è un progetto della Fondazione C.R. Tortona, ente senza fine di lucro. La gratuità delle aperture e dei programmi educativi rivolti agli istituti scolastici rappresenta una precisa scelta di promozione culturale e del territorio. Potete sostenere le attività della Pinacoteca attraverso una donazione.
Il vostro sostegno può aiutarci a fare la differenza.
La Pinacoteca
Era il 1999 quando la Fondazione decise di acquisire il nucleo di opere frutto della lungimirante attività di raccolta della Cassa di Risparmio di Tortona.
Da lì a poco nacque l’idea di intraprendere un progetto di valorizzazione e incremento di tale patrimonio artistico che aveva sino ad allora privilegiato un rapporto speciale con il suo territorio e, in particolare, con i suoi artisti più significativi.
Un passato d’arte segnato dal genius loci Giuseppe Pellizza, un personaggio di grande rilievo nella cultura pittorica dell’area lombardo-piemontese, diventata l’obiettivo privilegiato della collezione perché proprio qui, tra Milano e Torino, si svolse il cosiddetto “primo dibattito” del divisionismo a partire dalla Prima Triennale di Brera del 1891.
A partire dal 2001, anno di apertura al pubblico della Pinacoteca, nel volgere di pochi anni prende vita il progetto “ Pinacoteca Divisionismo Tortona”, esposizione permanente che si propone di documentare questa fondamentale stagione artistica attraverso la varietà e l’originalità dei linguaggi pittorici utilizzati non solo dai grandi maestri divisionisti, ma da personaggi che hanno dato voce a culture per così dire periferiche, per lungo tempo non adeguatamente valorizzate, ma comunque degne di attenzione.
Il filo conduttore della Pinacoteca si dipana quindi intorno al fertile dialogo e al confronto tra i diversi interpreti di una tecnica audace e antiaccademica che ha saputo rappresentare le istanze di un nuovo secolo: dagli artisti socialmente impegnati degli anni Novanta dell’Ottocento fino agli approcci empirici in ambito simbolista e ai primi saggi dei protagonisti della rivoluzione futurista per i quali la divisione del colore costituiva il linguaggio della modernità.
Oggi la Pinacoteca si sviluppa su una superficie di 750 metri quadrati e consta di 145 opere che documentano l’attività di oltre 59 artisti.
A capolavori, quali Il cammino dei Lavoratori e Il ponte di Giuseppe Pellizza, artista di cui la Pinacoteca custodisce il corpus più consistente di opere fruibili in uno spazio pubblico, Il reddito del pastore di Giovanni Segantini, Portinaia di Medardo Rosso, Piazza Caricamento a Genova di Plinio Nomellini, Mi ricordo quand’ero fanciulla e Le ultime mosse di Angelo Morbelli, Pascolo di Carlo Fornara, Ona staderada e Le stelle di Emilio Longoni, Penombre di Gaetano Previati, Autoritratto di Gino Severini, Ritratto di Armando Mazza di Umberto Boccioni e Fallimento di Giacomo Balla si legano e si confrontano opere di notevole originalità tecnica ed espressiva di artisti meno noti, ma che dimostrarono una forte vitalità nell’adesione ai principi scientifici della pittura divisa.
Il grande impegno profuso in questi anni dalla Fondazione nell’accrescimento della Pinacoteca è riuscito nell’intento originario di definire la sua fisionomia di punto di riferimento ineludibile per lo studio del divisionismo che non è rappresentato allo stesso livello e in modo così capillare in alcuna altra collezione museale.
Un progetto culturale in grado di dialogare con le istituzioni museali più importanti e conosciute, ma che rappresenta, in sinergia con i Musei Pellizziani di Volpedo, un nodo importante di una rete culturale che, come in altri paesi del mondo occidentale, è in grado di far crescere tutto il territorio e dare un segno di come si possa fare opera di promozione culturale con attenzione alle vicende che hanno delineato la peculiarità di una produzione artistica necessariamente plurale e diffusa.