Medardo Rosso
Trasferitosi dodicenne a Milano con la famiglia, Medardo Rosso palesa precocemente la sua vocazione di scultore. Ancora militare, nel 1881 è presente alla milanese Indisposizione di Belle Arti con una testa d’uomo in terra cruda. Dopo il congedo, nel maggio del 1882 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera e in estate partecipa all’Esposizione di Belle Arti. Già nel marzo dell’anno successivo è però espulso per indisciplina, a seguito di comportamenti violenti contro un compagno che non aveva aderito alla sua petizione in favore dell’adozione di modelli viventi per la copia dal vero e lo studio anatomico. Fra il 1882 e il 1883 realizza una serie di opere di ispirazione sociale, che traducono in scultura il segno pittorico scapigliato attraverso un approccio istintivo alla materia capace di plasmare il soggetto senza rifinirlo, a restituirne un’istantanea e mutevole suggestione. Dal 1883 trova nella cera il mezzo ideale con cui esprimere una forma palpitante di luce e vibrante nell’atmosfera. Nell’aprile di quell’anno esordisce all’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma, mentre nel 1885 e nel 1886, a Parigi, interviene al Salon des Champs-Elysées e al Salon des Indépendants. Nel 1887 è all’Esposizione Nazionale Artistica di Venezia. Nel 1889 si stabilisce a Parigi e prende parte all’Exposition Universelle attirando l’attenzione di Auguste Rodin, membro della giuria, che gli conferisce una menzione. I più stretti rapporti instaurati più avanti con il francese si interrompono intorno al 1898 a causa della polemica sulla paternità dell’impressionismo in scultura, sollevata dalla critica, che contrappone Rosso e Rodin. A Milano nel 1899 entra in contatto con Alberto Grubicy. Nel 1900 ritorna all’Exposition Universelle, dove le sue opere sono allestite nella stessa sala di Segantini, nel 1901 è inserito nell’ambito di una collettiva itinerante di artisti impressionisti che approda nelle maggiori città olandesi, e nel 1904 è presente al Salon d’Automne. Del 1905 e del 1906 sono le importanti personali di Vienna, presso il Kunstsalon Artaria, e di Londra, alla Cremetti Gallery. Dal 1906 Rosso si dedica alla revisione dei lavori già compiuti, traendone riproduzioni in cui sperimenta le potenzialità di materiali diversi. Ardengo Soffici – autore nel 1929 di una fondamentale monografia su Rosso, di cui è acceso sostenitore – promuove nel 1910 con Giuseppe Prezzolini la grande rassegna Prima Mostra dell’Impressionismo e di Medardo Rosso al Circolo Lyceum di Firenze. Nel febbraio del 1910 Rosso è citato, con Gaetano Previati e Giovanni Segantini, nel Manifesto della pittura futurista, e ben più ampiamente nel Manifesto tecnico della scultura futurista dell’aprile del 1912, in cui è indicato da Umberto Boccioni come l’unico esponente di una plastica moderna tesa ad una rivoluzionaria interazione dinamica con lo spazio. Nel 1914 partecipa alla IX Biennale di Venezia. Nel 1926 figura tra gli artisti della Prima Mostra del Novecento Italiano. Muore nel 1928 per le gravi complicazioni di una ferita provocata da una lastra fotografica cadutagli accidentalmente su un piede.