Gino Romiti
Diplomatosi presso la Scuola di Arti e Mestieri di Livorno, dal 1897 al 1902 Gino Romiti è allievo di Guglielmo Micheli – presso cui studiano anche Amedeo Modigliani, Oscar Ghiglia, Llewely Lloyd – ed entra in contatto con Giovanni Fattori, esordendo nel 1898 alla Permanente di Milano e qui vincendo la medaglia d’oro. Conclude l’iter formativo con un breve passaggio alla Scuola del Nudo dell’Accademia di Firenze. Animatore della scena artistica e culturale di Livorno, frequenta il Caffè Bardi ed è amico del concittadino Benvenuto Benvenuti, grazie al quale nel 1906 conosce Vittore Grubicy e si avvicina al Divisionismo, tecnica adottata fino alla metà degli anni Venti sviluppando un personalissimo linguaggio che felicemente coniuga il rigoroso disegno fattoriano e il tonalismo di Micheli con le qualità luminose della pennellata divisa. Nel 1910 partecipa all’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma e all’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Bruxelles, raggiungendo la piena affermazione in ambito italiano ed europeo. Richiamato in guerra, fra il 1917 e il 1918 è in Albania, dove comunque riesce a non abbandona la pittura e il disegno, per tornare poi in patria e inaugurare il periodo della piena maturità stilistica. Nel 1920 è tra i fondatori del gruppo Labronico, di cui è presidente dal 1943 al 1967.