Alberto Bonomi
Alberto Bonomi (Milano, 1876 – in guerra, 1915-1918)
Pittore milanese morto precocemente nel corso del primo conflitto mondiale, Alberto Bonomi si inserisce nel novero degli artisti della seconda generazione divisionista orbitanti intorno alla galleria di Alberto Grubicy. Nel 1906 presenta due paesaggi di ispirazione pellizziana, Mattino e Autunno, alla Mostra Nazionale di Belle Arti organizzata nell’ambito dell’Esposizione Internazionale di Milano. Nel 1908 invia alla Seconda Quadriennale di Torino il dipinto Betulle, anche conosciuto come Val D’Adige e Les bouleaux de Brunate (Lac de Come), titolo che lo identifica nel catalogo della Section Italienne del Salon d’Automne di Parigi del 1909. Esposto dopo la scomparsa del pittore alla Prima Biennale Romana del 1921, e giunto nel 1923 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma grazie al legato di Alberto Grubicy, l’opera è esempio paradigmatico del suo stile. Delicata ed essenziale, la composizione evoca atmosfere sospese e nebbiose attraverso una sostanziale monocromia argentea, ottenuta per via di una trama regolare di tasselli di colore capace di ricreare eteree vibrazioni luminose. Bonomi coniuga la tensione naturalistica con istanze simboliste, mediando fra l’adesione al dato reale e la ricerca di una sintesi grafica. La sua peculiare tecnica guarda al neoimpressionismo d’area nordeuropea, con una particolare vicinanza agli esiti del tedesco Paul Baum come pure a talune prove dell’austriaco Adolf Michael Boehm e degli olandesi Jan Thorn Prikker e Jan Toorop. Presente con costanza alle rassegne braidensi a partire dal 1906, nel 1912 interviene all’Exposition des dernières oeuvres des Artistes Divisionnistes Italiens, allestita nella sede parigina della Galleria Grubicy, con Sera d’autunno e Montagne del lago di Como. Nello stesso anno partecipa alla Biennale di Venezia con Entrata nel bosco. Scarne sono le informazioni biografiche e le note critiche riferite a Bonomi. Fra queste l’articolo di Raffaele Calzini pubblicato su “Emporium” del novembre 1919 relativo all’Esposizione di Torino di quell’anno, dove figurano due paesaggi di Bonomi, in cui l’artista è ricordato come un “signorile pittore divisionista” la cui vita e carriera erano state stroncate dalla guerra.