Cesare Tallone
Dopo l’apprendistato ad Alessandria presso Pietro Sassi, dal 1873 al 1876 Cesare Tallone è allievo di Giuseppe Bertini a Brera – dove si dimostra attento anche alla lezione di Francesco Hayez – esordendo nel 1883 all’Esposizione Nazionale di Roma con una monumentale opera di soggetto storico, che riporta ampio successo. Trovata la sua vocazione nell’ambito del paesaggio e della ritrattistica – genere in cui palesa l’influenza di Antonio Mancini, conosciuto a Roma negli anni Ottanta – Tallone si volge ad una pittura di matrice verista in cui solidità costruttiva e pennellata materica, ma lieve e luminosa, si uniscono in un originale connubio vicino gli esiti scapigliati. Nel ritratto eccelle altresì per i tagli inediti e l’acuta introspezione psicologica. Presente con continuità alle esposizioni della Famiglia Artistica e alle mostre braidensi, nel 1889 e nel 1900 partecipa all’Exposition Universelle di Parigi, mentre a Venezia si distingue nel 1909 con una personale. Nel 1908 vince il Premio Principe Umberto. Professore di pittura all’Accademia Carrara di Bergamo dal 1885, è insegnante nel 1888 di Giuseppe Pellizza da Volpedo, per poi sostituire dal 1899 il Bertini a Brera, dove fra i suoi allievi figurano Carlo Carrà, Achille Funi, Romolo Romani, Leonardo Dudreville.