Giuseppe Pellizza
(Volpedo, 1868 – 1907)
Dopo gli studi tecnici compiuti a Castelnuovo Scrivia, dal 1884 al 1886 è all’Accademia di Brera, dove segue i corsi di Giuseppe Bertini, frequentando al contempo l’atelier di Giuseppe Puricelli e la Scuola Superiore d’Arte per la professione di scultore presso la Famiglia Artistica. Fra il 1885 e 1886 è anche allievo di Pio Sanquirico. A Roma, nel 1887, si iscrive brevemente all’Accademia di San Luca, per poi trasferirsi a Firenze nel 1888 e frequentare la locale Accademia di Belle Arti. Qui entra in contatto con l’ambiente macchiaiolo e si volge alla pittura di paesaggio, seguendo i corsi di Giovanni Fattori e stringendo amicizia con il compagno Plinio Nomellini. Al fine di migliorare la qualità del suo segno, nello stesso anno si reca a Bergamo da Cesare Tallone all’Accademia Carrara. Nel 1889 è a Parigi per assistere all’Exposition Universelle. Nel 1891 espone alla Triennale di Brera, nel 1892 alle Promotrici di Torino, Firenze e Genova, ottenendo buoni successi. In Liguria incontra nuovamente Nomellini, che lo indirizza alla pittura divisionista, già chiaramente visibile nelle opere presentate alla Triennale di Brera del 1894. Grazie all’amicizia instaurata a quelle date con Angelo Morbelli, approfondisce la conoscenza della tecnica della scomposizione cromatica attraverso i più importanti testi italiani e stranieri in materia di teoria del colore, nutrendo al contempo, con la lettura di Engels e Marx, le già spiccate propensioni socialiste che lo condurranno a dipingere Quarto Stato, il suo quadro più celebre. Nel 1900 è ancora a Parigi, dove all’Exposition Universelle ammira le recenti evoluzioni del paesaggismo. Abbandonati i temi sociali per un rinnovato confronto con la natura, Pellizza prosegue con fervore la sua attività espositiva in Italia e all’estero fino al 1907, quando, a seguito di una serie di lutti familiari compie un gesto estremo, impiccandosi nel suo studio di Volpedo.