Raffaello Gambogi
Dal 1891 a Firenze, si iscrive all’Accademia di Belle Arti frequentando i corsi di Giovanni Fattori. Fortemente influenzato dallo stile di Angiolo Tommasi oltre che allo stesso Fattori, dipinge opere dalle spiccate connotazioni sociali, avvalendosi inizialmente del linguaggio macchiaiolo. Il matrimonio con la pittrice finlandese Elin Danielson segna il punto di svolta per la sua pittura, che si arricchisce di suggestioni nordiche. Trasferitasi a Torre del Lago – dove si inserisce nel cenacolo di intellettuali e artisti radunati intorno al musicista Giacomo Puccini – la coppia lavora per molti anni in una stretta comunione di intenti. Tornato a Livorno sul finire del secolo, il pittore comincia ad accusare i primi segni del disagio psichico che pienamente si manifesterà dopo il trasferimento ad Antignano e il successivo viaggio in Finlandia con la moglie, nel 1901, costringendolo a frequenti ricoveri all’ospedale psichiatrico di Volterra a partire dal 1905. L’inevitabile isolamento dall’ambiente artistico volge gradatamente il suo stile verso un realismo sempre più aspro.