ATTORNO AL DIVISIONISMO
Il divisionismo, ossia l’accostamento di colori puri sulla tela, traduce gli assunti scientifici dell’ottica moderna in pittura, permettendole di raggiungere il massimo di luminosità o, specularmente, di oscurità. Dall’ultimo decennio dell’Ottocento, in Francia, in Italia e in molti altri Paesi la tecnica di divisione cromatica conobbe infinite varianti stilistiche: nel gesto pittorico, nella pennellata e nella sua grafia, o ancora nella scelta della tavolozza. Sono queste varianti a fare la differenza, a caratterizzare e a rendere i pittori unici e riconoscibili, al di là degli stili, delle poetiche e dei soggetti dei dipinti.
Inizialmente la critica oscilla tra l’incomprensione e l’ironia, per stemperarsi poi in una sottovalutazione degli sforzi tecnici degli artisti, dei quali si apprezzano i soggetti o la poetica ma non la resa pittorica delle opere. Completano il quadro generale le particolari circostanze storiche e politiche che in Italia fanno da sfondo al manifestarsi del divisionismo. Le tensioni sociali portano alcuni artisti, con piena consapevolezza, a far coincidere una fase tecnicamente innovativa della loro ricerca con l’impegno sociale e politico, pur senza costituire nel tempo un legame programmatico cui restare fedeli.
Milano e il territorio piemontese, specie dell’Alessandrino, hanno un ruolo chiave fin dalle prime sperimentazioni del divisionismo. Molti dei principali interpreti della sua prima stagione si formano nel capoluogo lombardo, in un fertile scambio di esperienze e conoscenze che travalica i confini regionali e delle Accademie. Sempre nell’ultimo decennio dell’Ottocento, anche la compagine divisionista toscana appare già compatta, mentre quella romana si sviluppa dopo l’inizio del nuovo secolo.
La Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona conserva nella sua collezione alcuni capolavori di questa ampia compagine artistica, offrendo, inoltre, una vasta visione d’insieme della diffusione del divisionismo. Il percorso della sua storia scorre nelle singole Sale evidenziandone gli autori, gli ambiti tematici e le storie espositive e collezionistiche, ricche di tangenze anche internazionali.
Con opere di assoluta qualità il percorso di visita mette a fuoco gli elementi che fin dalle origini hanno caratterizzato l’esperienza divisionista, i suoi protagonisti e gli artisti che furono loro sodali. Le suggestioni della Scapigliatura milanese, il rinnovamento della pittura di figura e del sentimento del paesaggio, la provocazione delle opere di denuncia sociale, la meditazione sulla spiritualità, l’insegnamento e il lascito a una nuova generazione di artisti, e quindi alle avanguardie del Futurismo, compongono una narrazione stringente, accesa dai colori e dalla luce del nostro migliore divisionismo.
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